sabato 2 marzo 2013

Storia della Fotografia

La fotografia è nata per caso, ma inevitabilmente. Ed è figlia delle osservazioni sulla luce e sull’ottica di Pitagora, Aristotele ed Euclide. Ad essa, però, si è giunti dopo lunghi periodi contraddistinti da una lenta evoluzione tecnologica contrapposta ad una formidabile spinta della scienza, dell’arte e dell’architettura. Fin dal ponderoso De Architectura di Vitruvio (I sec. A.C.), è il tema della prospettiva che avvicina matematici ed architetti. Tra l’osservazione ad occhio nudo e l’osservazione meccanica il passo è breve tanto che la camera obscura si diffonde a cavallo del Cinquecento e del Seicento più di quanto non si possa immaginare. Da vera e propria stanza con un foro al centro di una parete dentro la quale si entrava fisicamente per osservare e ricalcare su grandi fogli la proiezione dello scenario esterno, si è arrivati a modelli piccoli, trasportabili e reflex. La camera oscura portatile di fine Seicento, che riproduceva sul vetro smerigliato quanto inquadrato dal foro stenopeico e poi da una vera e propria lente, diventò lo strumento di molti pittori per il disegno dal vero.



Piano piano, mentre le conoscenze della chimica e il caso (collaboratore fisso di tutte le grandi invenzioni) evolvono positivamente, molti artisti cominciano a sentire l’esigenza di fissare quella comoda, impalpabile immagine della camera oscura. Ma come?

HO MANDATO IN STAMPA LA BOZZA DEL MIO TRATTATO 136 pagine